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Il terrorista inesistente, Stefania Colasanti - cover front
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Claudio Coppini intervista Stefania Colasanti, autrice de “Il terrorista inesistente”

Per la rubrica L’ALTROBINARIO LIBRI, Claudio Coppini intervista Stefania Colasanti, autrice di un libro davvero interessante: IL TERRORISTA INESISTENTE – Santelli editore, secondo di una trilogia, uscito nel 2020, l’anno della pandemia da Covid 19. Stefania Colasanti è un’ artista poliedrica e istrionica che spazia tra radio, giornalismo, teatro, poesia. E da qualche anno esprime il suo originale talento anche attraverso i libri, autodefinendosi un’artigiana della scrittura. IL TERRORISTA INESISTENTE  è  un racconto sotto forma di romanzo e si dipana come il viaggio di una vita, quella del protagonista.  Il romanzo ha la sua genesi da un fatto tragico di cronaca: l’attentato terroristico, accaduto 35 anni fa, all’aeroporto di Fiumicino, nel quale persero la vita 13 persone, tra cui tre dei quattro terroristi. L’autrice ci prende sapientemente per mano, facendoci ripercorrere una specie di viaggio della memoria del protagonista. In altre pagine invece il racconto sembra tingersi del giallo dell’intrigo internazionale. In altre ancora ci porta a calpestare impossibili mulattiere che altro non sono che luoghi – in questo caso i territori palestinesi – dove spesso si può solo sopravvivere. Il libro ha un forte risvolto sociale che interpella noi europei su realtà che non possiamo  più  vivere da semplici spettatori o lettori.  Per acquistare il libro clicca qui. Per guardare l’intervista fatta da Claudio Coppini all’autrice clicca qui:

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Manuela Tommasello realizza il booktrailer del libro “Tre minuti a mezzanotte” di Maria Mezzatesta

In un orologio ipotetico di ventiquattr’ore, dove la prima ora corrisponde alla nascita della civiltà e l’ultima ora alla sua morte, per gli abitanti del pianeta Blu Noor e per i terrestri mancano tre minuti alla fine di tutto, tre minuti a mezzanotte. Un thriller adrenalinico che si svolge su due pianeti in contemporanea. Una storia ecologista che vi porterà a mettere in discussione le vostre scelte quotidiane. Per acquistare il libro clicca qui. Leggi qui il comunicato stampa: https://www.santellieditore.it/2020/12/10/tre-minuti-a-mezzanotte-in-libreria/ Guarda il booktrailer:

I Signori della Guerra, Davide Ramunno - cover front
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“I signori della guerra” di Davide Ramunno presentato da Byoblu24

“Analizzando i sogni di migliaia di tedeschi negli anni Venti, lo psichiatra Carl Gustav Jung si rese conto che tutti sognavano il risveglio del Dio della guerra, che altro non era che Hitler”.Per questo il discepolo di Freud si convinse che gli eventi della storia si verificavano prima sul piano della coscienza. La Storia “non si limita ad accatastare gli eventi su una retta, non è un cadavere né un cimitero di relitti” è quello che sostiene lo scrittore Davide Ramunno intervistato su Byoblu24. Nel suo libro “I signori della guerra” Ramunno traccia una linea che consentirebbe di individuare, come spiega, “il genoma storico, osservando e analizzando le personalità che hanno fatto la storia condizionandola, nel bene o nel male“. E così da Alessandro Magno ad Adolf Hitler, da Napoleone a Mussolini. Personaggi distanti secoli ma legati più che mai fra di loro. Per acquistare il libro clicca qui. Guarda il video su YouTube:

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Il blog “Gli Occhi del Lupo” ha recensito “Sussurri a quattro zampe” di Pietro Caracciolo

“Sussurri a quattro zampe” è un saggio che l’autore ha deciso di scrivere dopo la morte del proprio cane, esperienza che ha fatto nascere in lui diversi interrogativi e lo ha portato a riflettere su alcuni aspetti della vita dei nostri amici a quattro zampe, e soprattutto su quello che accade quando ci lasciano.  L’autore parla degli animali in generale, ma si sofferma sulla figura del cane, forse perché quest’ultimo è conosciuto come “il migliore amico dell’uomo”, colui che resta fedele e ama incondizionatamente il suo “umano”, l’unico in grado di donarci un amore puro, capace di guardarci con adorazione, capace di vivere in simbiosi con noi.  I cani hanno una vita che, paragonata alla nostra, è sicuramente più breve, ma non per questo meno piena, e quando non ci sono più, anche se passano insieme a noi pochi anni, lasciano, pur se in maniera diversa rispetto alla perdita di una persona cara, un senso di vuoto, e ci mancano, ci manca quel loro musetto dolce, la loro compagnia, il loro amore. E, che sia improvvisa o preannunciata, la morte, che sia di un caro o di un amico peloso, è sempre una circostanza dura da accettare. Con il passare degli anni il dolore si smussa ma non scompare mai del tutto, resta sempre una cicatrice, come ricordo di qualcuno che ci ha toccati nel profondo. È pur vero che la morte è un appuntamento inevitabile per tutti, ma quando ce la troviamo di fronte, nonostante il nostro essere consapevoli della sua inevitabilità, non siamo mai pronti. Ciò che nessuno sa è dove vanno i cani quando muoiono, se anche per loro esiste un paradiso, un aldilà, dove la loro anima continua a vivere, e dove magari un giorno, quando arriverà la nostra ora, potremmo ritrovarli.  L’autore, per spiegarci appieno il suo pensiero, ci conduce in un mondo di esempi in cui usa la geometria, la chimica, e li mescola con la religione e la filosofia, per cercare di dare una risposta agli interrogativi che ci poniamo. Il fulcro del dubbio è l’esistenza o meno dell’anima, qualcosa di eterno, che esiste prima e dopo la vita terrena. È impensabile credere che tutta la nostra esistenza si riduca ad una vita con una durata ben definita, e che una volta finita la nostra esistenza semplicemente cessiamo di esistere, finendo nell’oblio. “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.”  (A. L. de Lavoisier)  Lo stesso Lavoisier, nella legge di conservazione della massa, afferma che la materia non può semplicemente comparire e scomparire, ma che muta, si trasforma, diventa qualcos’altro. Dunque questo potrebbe significare che la nostra esistenza concreta nel presente, su questa Terra, è frutto della trasformazione di qualcosa che eravamo prima, e che a sua volta si ritrasformerà in qualcos’altro dopo la nostra morte.  Ciò che fa pensare che vi sia un’altra vita prima e dopo di questa è il fatto che gli animali sono in sintonia con noi: capiscono quando gli parliamo, e già dalla nascita hanno l’istinto naturale di convivenza con l’uomo, come se lo avessero imparato da qualche parte. Il fatto stesso che si avvicinino per farsi accarezzare indica che anche loro hanno un’anima: anche loro, proprio come noi, sono capaci di amare, gioire ed essere tristi.  Molte persone che hanno un amico a quattro zampe parlano con lui come se fosse la cosa più naturale del mondo, e la cosa più esilarante è che loro capiscono esattamente quello che gli viene detto, come se in qualche modo ci fosse una connessione più profonda.  Infatti, il legame dell’uomo con gli animali è antico quanto il mondo: la stessa Bibbia narra che, dopo la creazione del primo uomo, Adamo, Dio si accorse che era l’unica creatura ad abitare la Terra, così per dargli compagnia creò gli animali, a cui l’uomo diede poi i nomi. Eva, infatti, fu creata solo in seguito. Un altro esempio del legame dell’uomo con gli animali ce lo mostra la creazione dell’Arca, da parte di Noè, per poter salvare dal diluvio universale, oltre che la sua famiglia, anche tutte le specie animali.  Gli animali hanno sempre fatto parte della nostra vita fin dall’antichità, non solo per farci compagnia, ma anche per altri motivi: hanno sempre aiutato i contadini a lavorare la terra, venivano condotti sulle navi mercantili per liberarle dai topi, ci forniscono il latte, la lana, e soprattutto, nell’ottica della catena alimentare, ci forniscono le loro carni per nutrirci. I cani, in particolare, vengono utilizzati per molti scopi, anche nobili: ritrovare persone scomparse, difesa personale, essere gli accompagnatori di persone disabili, essere utili nella Pet Terapy, e tanto altro. Ma, più di ogni altra cosa, gli animali possono essere un aiuto cruciale quando si attraversano periodi bui, sono la terapia ideale per superare un dolore, qualunque esso sia, in modo da ritrovare la forza di andare avanti.  L’amore e la devozione che un cane prova per il suo padrone non può essere spiegata, è qualcosa di unico, profondo, viscerale. Basti pensare ad alcuni cani diventati famosi nel corso della storia, come Hachiko (inutile dirvi che durante il film ho pianto tutte le mie lacrime) o Bobby, che restano fedeli, in attesa del loro padrone, fino alla fine.  È chiaro come passiamo la nostra vita vivendo in simbiosi con il nostro amico a quattro zampe, ed è altrettanto chiaro che temiamo il momento in cui non sarà più al nostro fianco, forse per la paura intrinseca che abbiamo della morte, per l’incertezza di quello che viene dopo, poiché la morte ci appare come un grande salto nel buio, un buio in cui non possiamo sapere cosa ci aspetta.  L’elaborazione di un lutto, che sia per un amico, un parente o per un animale, è sempre un percorso doloroso, ma purtroppo obbligato. Quando decidiamo di prendere con noi un amico peloso, esso diventa parte integrante della nostra vita, delle nostre abitudini, diventa parte di noi. E quando arriva il momento di dirgli addio non è mai facile, perché inevitabilmente ci tornano alla mente tutti i

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“Emotional branding”, un saggio accademico di Alfredo Citro

Emotional Branding. Lo storytelling nel marketing (Santelli Editorem 2020), un saggio accademico di Alfredo Citro: l’analisi degli strumenti di divulgazione narrativa utilizzati da alcune delle più importanti realtà italiane ed internazionali. Le prime volte che entriamo a contatto con la narrazione siamo ancora dei bambini: chiediamo ai genitori di raccontarci favole. Inconsciamente, così stabiliamo un contatto: sia con chi racconta che con chi è oggetto di quella storia che ci viene narrata. Dal narratore possiamo attingere impegno, dedizione, affetto. Dal narrato, invece, abbiamo la possibilità di trarre insegnamenti, valori ed elementi importanti per la nostra stessa crescita.Quanto più, questi elementi del racconto, sono capaci di emozionarci, tanto più saranno in grado d’influenzarci. Le emozioni che una storia è in grado di suscitare in noi sono, dunque, in grado d’indirizzare non solo la nostra formazione, ma d’influenzare anche le nostre scelte. Lo psicologo Julian Jaynes, infatti, nel suo saggio sulla coscienza , focalizza l’attenzione sul come i processi di narratizzazione motivano le azioni ed i comportamenti nel corso di tutta la nostra vita: “Un fatto isolato viene narratizzato per poterlo connettere con qualche altro fatto isolato. In strada un bambino piange e noi narratiziamo il fatto dell’immagine mentale di un bambino che si è perduto e di un genitore che lo cerca.” Fare storytelling, quindi, significa essenzialmente dare qualcosa a qualcuno mentre raccontiamo e per fare questo abbiamo bisogno d’intrecciare le nostre sensazioni con i destini delle persone che le recepiscono creando, così, un flusso di empatia vero e proprio. Com’è accaduto, ad esempio, all’Università di Stanford nel giugno del 2005 quando Steve Jobs, nel discorso “Siate affamati, siate folli“, ha utilizzato tre storie inerenti alla sua famiglia, ai suoi successi ed insuccessi lavorativi ed alla morte per donare delle linee guida ai neolaureati. La capacità di creare un legame con l’ascoltatore è quindi uno dei punti di forza fondamentali della narrazione. Con lo storytelling intendiamo dare vita a un universo narrativo, una sorta di habitat, da parte di un soggetto-autore (marca, prodotto, o persona) che invita altri soggetti (lettori, clienti, consumatori, stakeholder ecc.) a partecipare ad un destino. A partire dagli anni Settanta e Ottanta del Novecento, la scienza della narrazione si diffonde in molte discipline: dalle scienze politiche, dove W.R. Fischer e C. Salmon pongono il tema della narrazione come principio essenziale del dibattito politico e del suo potere persuasivo , alle scienze economiche dove comincia a diffondersi l’economia delle esperienze e dei life-style che stimolano tutta una serie di studi sulle componenti finzionali-narrative come parti integrate dei processi produttivi , sino alle scienze manageriali ed organizzative dove diventa assodato il ruolo dei processi narrativi nell’identità di marchi e nelle relazioni tra brand e consumatori. Lo storytelling viene, così, considerato risorsa preziosa di marketing utile a regolare le relazioni organizzative, veicolo di esperienze e mezzo di formazione e strumento di persuasione. Oggi, possiamo dire, che lo storytelling è definito come una scienza in cui i processi narrativi richiamano modelli organizzativi e prassi mediatiche d’applicare non solo alle relazioni manageriali, ma anche alla creazione di principi strategici, allo user experience design di prodotti e servizi ed al marketing turistico. Fonte comunicato stampa: www.gliscrittoridellaportaaccanto.com Per acquistare il libro clicca qui.

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Sicilia Buona presenta “Cesare. L’uomo che cambiò Roma” di Antonio De Cristofaro

“Cesare” (Santelli Editore, 2020) di Antonio De Cristofaro è un libro che racconta l’imperatore romano con uno sguardo inedito.I suoi ventitré capitoli narrano i momenti più importanti della vita di Giulio Cesare che in prima persona si racconta al lettore nei momenti di gloria e nelle difficoltà fino a giungere all’epilogo tragico ed al suo feroce assassinio con ventitré coltellate. Un’intervista che offre l’occasione per parlare della nostra bella Italia e per riscoprire la grandezza di una delle nazioni più ricche del mondo in quanto a bellezza paesaggistica ed architettonica, un patrimonio storico e culturale unico nel suo genere ed inestimabile, invidiato da tutto il mondo. Antonio De Cristofaro racconta il suo libro nell’intervista fatta da Anna Lisa Maugeri di Sicilia Buona. Guardala cliccando qui. Per acquistare il libro clicca qui.

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