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Gennaro Volpe, Matteo Fantozzi
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Matteo Fantozzi presenta “Gennaro Volpe. Sudore e cuore”

Ai microfoni di Radio Aldebaran Matteo Fantozzi presenta il suo libro “Gennaro Volpe. Sudore e cuore“. L’autore ci parla della sua esperienza con la Virtus Entella, che inizia con l’attività giornalistica per SerieBNews, dove scopre e si appassiona a questa favola calcistica ma soprattutto del suo capitano. Dopo aver conosciuto il capitano dei Diavoletti Neri Fantozzi ha trovato un grande calciatore, ma anche una persona in cui si è rivisto: un uomo capace tanto di scherzare che di impegnarsi. Il libro è la biografia del capitano storico della Virtus Entella, squadra di Chiavari, da cui il centrocampista biancoceleste è considerato un vero e proprio mito. Ciò che contraddistingue il racconto sono le circa 50 interviste esclusive con tutti coloro che hanno ruotato intorno al pilastro della squadra: calciatori, giornalisti e tifosi. L’obiettivo è quello di dare una visione tridimensionale del giocatore che permetta così di immergersi in quello che è l’autentico ed inedito ambiente sportivo in cui Volpe ha giocato. Ma lasciamo la parola direttamente a Matteo Fantozzi nel booktrailer completo che vi riproponiamo qui sotto! Per acquistare il libro clicca qui.

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TuttoH24 recensisce “Il virus delle verità” di Antonio G. D’Errico

“L’insorgenza dell’epidemia covid 19 è stata simile a un vento passeggero che mutando intensità ha toccato l’animo delle persone. Come tutte le novità che non rassicurano si è cercata una sicurezza nell’idea che nulla potesse turbare il nostro stile di vita, neanche un virus sconosciuto che sarebbe passato come tutti gli altri senza lasciare nessun segno del suo passaggio. Come avevamo già visto per i virus dell’aviaria e della Sars, anche quest’altro virus avrebbe dovuto avere un luogo assegnato e da lì non si sarebbe mosso. E allo stesso modo di altre epidemie si sarebbe parlato per qualche settimana alla televisione e sui giornali e poi tutto sarebbe stato dimenticato. Ma a poco a poco, giorno dopo giorno, in ognuno ha cominciato a prendere sempre più evidenza la sensazione che niente sarebbe finito così presto.” Il virus delle verità, Antonio G. D’Errico Inizia così “Il virus delle verità” (Santelli editore), il libro di Antonio G. D’Errico che affronta a trecentosessanta gradi tutte le problematiche che hanno segnato l’esplosione della pandemia da Covid-19, evento che ha trovato purtroppo impreparato il nostro sistema sanitario, con le tragiche conseguenze ormai note. Ma D’Errico va oltre la cronaca, affidandosi alle testimonianze di esperti di fama internazionale come i professori Luciano Gattinoni (direttore del Dipartimento di terapia intensiva al Policlinico di Milano) e Fabrizio Ernesto Pregliasco (infettivologo e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano), il dottor Gianluigi Spata (presidente dell’Ordine dei Medici di Como e della Federazione Regionale degli Ordini della Lombardia), il professor Paolo Antonio Ascierto (ha ipotizzato e proposto per primo una terapia da covid 19 attraverso il tocilizumab). Nel volume, anche le parole dei Cobas della Sanità della Lombardia che hanno dettagliato le motivazioni del loro esposto presentato in procura e dell’avvocato Vincenzo Barbarisi, autore dell’esposto. Con uno stile diretto, immediatamente comprensibile a tutti e non solo agli addetti ai lavori, D’Errico ha ripercorso “dall’interno” la cronaca di una pandemia che continua a presentare un conto molto salato in termini di vite umane e sacrifici. Agli assunti scientifici di estrema rilevanza si affiancano gli inevitabili spunti polemici, nel vivo di un’emergenza sanitaria. Antonio G. D’Errico, biologo, poeta e scrittore. Ha conseguito la laurea presso l’Università Statale di Milano, con una tesi sperimentale sulla caratterizzazione biochimica dell’enzima Glucosio-6-Fosfato-Deidrogenasi in soggetti portatori dell’anemia emolitica. Ha svolto attività di ricerca e si è interessato di immunoistochimica presso il laboratorio di Anatomia patologica dell’ospedale di Rho. Successivamente si è dedicato all’insegnamento, attualmente insegna scienze naturali presso il Liceo Classico Carducci di Milano.  Candidato al Premio Nobel per la Letteratura, ha vinto per ben due volte il Premio Grinzane Pavese, nel 1998 e nel 2000. Ha scritto numerosi testi di argomento musicale. Nel 2011 pubblica per Rizzoli la biografia di Eugenio Finardi, Spostare l’orizzonte, scritta insieme al cantautore milanese e, nel 2015, esce presso Mondadori con la biografia di Pino Daniele. Rossella Montemurro Questo è l’articolo che il 25 ottobre 2020 la redazione di TuttoH24 dedica al nostro saggio, “Il virus delle verità“. Leggi l’articolo direttamente sulla pagina di TuttoH24.info! Per acquistare il libro clicca qui.

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ANSA presenta “Il grembiule di Nylon” di Nunzio Rimaudo

L’autobiografia di Nunzio Rimaudo, appena uscita, è il racconto di quasi settant’anni di vita. Tra le sue pagine il lettore troverà una grande varietà di temi che, di conseguenza, rendono l’esperienza dell’autore sfaccettata. Il libro colpisce per la spregiudicata e sincera confessione dell’autore che mette a nudo i suoi errori e ne riconosce le matrici. Quindi è un prezioso esempio di vita che può diventare un utile strumento per barcamenarsi tra le difficoltà. “Il grembiule di Nylon” non è il racconto di una persona qualunque: è la storia eclettica di un imprenditore affamato, che ha saputo conciliare i piaceri della vita con 5 mogli e 6 figli. Da oggetto di bullismo è diventato lui stesso bullo, ha conquistato il titolo di campione di Judo, miltato nel ‘68. È stato il primo italiano ad essere proto presbitero del Trono Ecumenico di Constantinopoli, nonché psicologo lacaniano. Tra tutte le eminenti comparse del libro (grandi istituzioni e personaggi), un posto d’onore è occupato senza dubbio dal curatore della prefazione: il senatore Gianni Marilotti, che offre un inestimabile contributo al testo. Il 10 febbraio 2021 la redazione di ANSA ha presentato “Il grembiule di Nylon” con un articolo nella sua rubrica dedicata alla Lombardia. Vai all’articolo sul sito ufficiale cliccando qui!

Diario di un delirio, Lucilla Vianello - cover front
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Lucilla Vianello a Vanity Fair: «Quando scopri che hai un tumore e il tuo matrimonio va in pezzi»

La scrittrice, autrice di «Diario di un delirio», racconta la diagnosi più brutta, un marito distante e il coraggio di immaginare un’altra vita: «Non è che bisogna aspettare un cancro per cambiare. Se non si è più felici, ricominciare è lecito» «Ognuno di noi ha un delirio… un momento di follia, secondo, minuto, ora». Lucilla Vianello, autrice tv, il suo l’ha messo in Diario di un delirio (Santelli Editore, ora in libreria), un romanzo ma che ha tanto di autobiografico. Lavinia, la protagonista del libro, è una donna che dopo la diagnosi di cancro ha acquisito la triste consapevolezza di non essere felice con suo marito e nel ruolo di mamma e casalinga, succube degli altri. Riprendendo in mano la sua esistenza, Lavinia si è innamorata perdutamente di Marco, il suo oncologo. Tra di loro, una storia clandestina densa di passione che porterà Lavinia all’autodistruzione e al masochismo. Anche alla scrittrice nel 2016 è arrivata la diagnosi che nessuno vorrebbe mai sentire: tumore al seno destro. Ma, racconta, è stata proprio la scoperta del tumore ad averla messa di fronte alla prova più difficile: trovare il coraggio per cambiare la propria vita, per chiudere un matrimonio che non la rendeva più felice e dedicarsi alla scrittura, oggi il suo lavoro. E non è successo solo a lei. Come riporta uno studio pubblicato da Cancer, circa il 12 per cento delle coppie va incontro a divorzio o separazione se uno dei due coniugi sviluppa il cancro. Ma ben il 21 per cento delle coppie tende a separarsi quando ad ammalarsi è lei. Di quest’aspetto, però, si parla sempre pochissimo. «Io e mio marito stavamo insieme da tanto tempo», continua l’autrice, «Tre figli, io avevo rinunciato al lavoro di pianista per dedicarmi alla famiglia. Quando la malattia è arrivata ho capito che non volevo morire anche perché non ero felice. Mio marito? Si è assentato cinque minuti prima del mio intervento al seno per un impegno, a suo dire, improrogabile di lavoro. Non mi ha mai accompagnato a una radioterapia, continuava a dirmi “tanto l’hai preso in tempo, ti è andata bene”». Per Lucilla, invece, è stata molto dura: «Dopo l’intervento al seno, mi hanno tolto i linfonodi, ho fatto la radio, e oggi mi sottopongo ai controlli di routine. Sto sempre sul chi va là». Il messaggio che vorrebbe trasmettere è uno: «Non è che bisogna aspettare un tumore per cambiare vita. Se non si è più felici non bisogna attendere un grande spavento. Si può cambiare». E non bisogna nemmeno pretendere di voler tenere insieme i pezzi per il bene dei figli: «I figli vogliono sapere, non fare finta di niente. Con loro è necessario essere sinceri, anche per quel che riguarda la malattia. Oggi hanno ancora paura che io possa ammalarmi di nuovo, ma vogliono che non gli nasconda niente». La felicità? È più vicina e significa «avere iniziato ad amare me stessa senza paura». Lo struggente racconto di Lucilla Vianello sbarca su Vanity Fair il 09 novembre 2020 con un articolo di Stefania Saltalamacchia. Per visitare la pagina ufficiale clicca qui! Per acquistare il libro clicca qui.

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“Figlio di Nessuno” presentato dall’Associazione Veneti nel Mondo

Il Libro Un viaggio nel passato della terra veneta, tra Vicenza e Schio, vissuto con occhi diversi, per dare voce a tante persone come il nonno Giovanni, che hanno affrontato con enorme coraggio le insidie della vita, scandite dalle stagioni e non ancora dagli orologi, passando dalla guerra fino ad arrivare alle sue piccole ma preziose vittorie familiari. Il libro “Figlio di nessuno” si rivolge a chiunque voglia dare un’occhiata intorno e dentro di sé. Agli anziani che hanno nitidi i ricordi di un passato in cui la vita era molto dura, ma allo stesso tempo meno frenetica e meno complessa. Alle persone più giovani perché quando percorrono strade asfaltate, dove prima c’erano prati, possano provare a immaginare com’era la vita dei loro nonni, quando tutti avevano poco ed era più semplice incontrarsi, condividere, aiutarsi. È proprio questo l’esercizio che ha fatto l’autrice durante la stesura del suo libro: ha provato ad ascoltare il silenzio, a chiudere gli occhi e a respirare l’aria di quei tempi. La particolarità del libro è data dal fatto che alcune informazioni che Eberle ha riportato nel suo romanzo non sono presenti nei libri di storia, in particolare tutto ciò che riguarda la guerra. Ogni evento è frutto di ricerche (da parte di alcuni docenti della zona) e di testimonianze tramandate da chi quei momenti li ha realmente vissuti. Siamo abituati a vedere i monumenti ai caduti o a leggere le vicende di persone famose, come se non ci riguardassero, senza riuscire a cogliere la vera essenza di ciò che è stato, che fa parte della nostra storia appena passata e di noi stessi. Nel romanzo l’autrice racconta in modo semplice di una persona qualunque, alla quale era molto affezionata. Capita di vedere tantissime persone nel corso di una giornata, di tutti i tipi, forse in questo periodo un po’ meno, ma riusciamo comunque a vederne gli occhi. Dietro ogni sguardo c’è una storia personale, un mondo che non si può vedere e ciò che l’autrice ha voluto raccontare è proprio quello che non si vede: tutto ciò che c’è oltre lo sguardo. L’autrice Alessandra Eberle, classe 1964, vive e lavora a Schio. Ama fare lunghe passeggiate, viaggiare ed esplorare luoghi sconosciuti. “Figlio di Nessuno” è il suo primo romanzo: si tratta di una storia vera, un viaggio nelle origini, frutto di un appassionato lavoro di ricerca nel passato, le tradizioni e la vita della gente comune della campagna veneta. A proposito del suo lavoro, l’autrice afferma: “Questo romanzo è stata per me una bella avventura, invitante e che mi ha accompagnata a scoprire un tempo lento, di sofferenza, di fatiche, ma anche di pace di gioie e di piccole vittorie.” Leggi l’articolo direttamente sul sito dell’Associazione Veneti nel Mondo cliccando qui. Per acquistare il libro clicca qui.

Foodporn, Gabriele Battista - cover front
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Foodporn, il romanzo di Gabriele Battista sulla generazione dei millennials

“L’obiettivo era quello di descrivere in maniera volutamente esagerata e caricaturale tanti tratti della mia generazione, quella dei millennials”. Gabriele Battista Intervista a Gabriele Battista, autore del libro “Foodporn” con Santelli editore. Copertina a cura di Barbara Lincesso (B. Lince). “Anaffettivo e dissociativo, cerca di mascherare le sue fobie sociali in una Roma sciatta e contraddittoria, specchio di un mondo nel quale un terremoto ancora in atto fa crollare valori condivisi e istituzioni”. Questi sono alcuni tratti di Alessio Zanna, il protagonista del primo libro di Gabriele Battista, “Foodporn” con Santelli editore. Gabriele è un giovane scrittore pugliese nato a Taranto ma vissuto per tanti anni a Roma, città in cui ha scelto di ambientare gran parte del suo romanzo.  Chi è il protagonista del tuo libro e perché la scelta di questo titolo “Foodporn”? Il protagonista Alessio Zanna è una sorta di mio alter ego. Però nel suo personaggio sono racchiusi anche tanti aspetti di persone che conosco. Alessio ha una personalità abbastanza tossica, una vera è propria ossessione per il cibo ed è da qui che nasce il titolo Foodporn. E’ un tipo solitario, ha un lavoro mediocre che non lo soddisfa, amante dei reality show come Masterchef, e quando torna a casa prova, e non sempre riesce, a fare delle ricette che poi carica sul suo canale Youtube. Come è nata l’idea di scrivere questo romanzo? Nasce in realtà da un incubo che è l’inizio della seconda parte del libro. Gli intenti sono venuti man mano nel mezzo del processo creativo, stimoli, ricordi e altri sogni sono arrivati in corso d’opera dando vita ad una storia che definirei allucinante. L’obiettivo era quello di descrivere in maniera volutamente esagerata e caricaturale tanti tratti della mia generazione, quella dei millennials. Il libro è ambientato principalmente a Roma ma tocca anche altri due luoghi del mio vissuto, la Puglia e l’Inghilterra.  Nel libro c’è una critica rivolta alla tua generazione? La mia idea è che l’arte in generale non debba essere necessariamente militante. Non ho voluto criticare nulla ma definisco “Foodporn“ un romanzo realistico-sociale. La realtà è questa, e se non è vera è verosimile. Tanti tratti di Alessio si potranno riconoscere in tante persone e nella società. Il libro è uscito il 27 gennaio e con i mesi che sono seguiti a causa della pandemia ho dovuto bloccare la promozione che intendevo fare ma sono soddisfatto dai riscontri avuti fino ad oggi. Sono in molti della mia generazione ad averlo letto. Così Mariaelena Leggieri presenta il romanzo “Foodporn” su TeleAmbiente il 14 marzo 2020. Vai a leggere l’articolo direttamente sul loro sito cliccando qui! Per acquistare il libro clicca qui.

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