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L'Affair Moreau, Glauco Marino - coverfront
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“L’affair Moreau” conquista una menzione d’onore al Premio Letterario “Residenze Gregoriane 2019”

Il Premio Letterario “Residenze Gregoriane“, oggi arrivato alla sua quinta edizione, ha inserito “L’affair Moreau” di Glauco Marino tra le proprie menzioni d’onore. Il romanzo di Marino parla di Jared, un uomo intellettuale e sensibile, e della storia di come, abbracciando la causa di due suoi amici, egli conosca la figlia adolescente di uno di questi: Chloe. Sarà lei a trasportarlo in una vita dissoluta ed autodistruttiva. Per ritrovare la pace, il protagonista dovrà partire per luoghi lontani, in un viaggio che lo condurrà nelle pieghe dell’animo umano. Lì dove amore e amicizia si confondono con tutti i loro tragici effetti. Il premio “Residenze Gregoriane” è organizzato dall’associazione romana “Metamorphosis“, veterana nell’ambito. Una giuria di esperti del mondo del libro e giornalisti passa in rassegna testi provenienti da due generi suddividendoli complessivamente in quattro categorie: narrativa, edita e inedita, e poesia, anch’essa divisa in edita e inedita. I libri migliori salgono sul podio, a cui seguono i finalisti ex-aequo e le menzioni d’onore. Queste ultime in particolare riuniscono quei testi che si sono distinti tra gli altri. “L’affair Moreau” è stato inserito in quest’ultimo gruppo, per la categoria Narrativa Edita, nella terza edizione del premio tenutasi nel 2019. Sebbene non sia un posto sul podio, la menzione d’onore in un premio come questo è sicuramente un segno della qualità di quest’opera e un traguardo di tutto rispetto. Per acquistare il libro clicca qui.

Gennaro Volpe, Matteo Fantozzi
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La storia di Gennaro Volpe in un libro: “Meritava la Serie A”

La storia di Gennaro Volpe, ex Mantova, Cittadella e Virtus Entella, racontata nel libro “Sudore e Cuore” di Matteo Fantozzi Matteo Fantozzi ha raccontato Gennaro Volpe nel suo nuovo libro “Gennaro Volpe. Sudore e Cuore”. Edito per Santelli Editore l’opera è in tutte le librerie d’Italia. L’autore ci ha rilasciato una breve intervista in cui ha raccontato cosa l’ha spinto a scrivere un libro su questo calciatore. Gennaro Volpe è nato a Pozzuoli il 17 febbraio del 1981. Dopo esser cresciuto nelle giovanili dell’Empoli ha vissuto alcuni anni in salita prima di affermarsi tra Prato e Ascoli. A Mantova tra il 2002 e il 2006 è riuscito ad affermarsi. Dopo è volato al Cittadella dove in 5 anni ha dimostrato di essere un calciatore da Serie B, cosa poi confermata in altrettanti anni alla Virtus Entella. Dopo oltre 150 presenze in cadetteria ha lasciato diventando allenatore, oggi guida la Primavera della squadra di Chiavari. Gennaro Volpe Sudore e Cuore, intervista esclusiva a Matteo Fantozzi Chi è Gennaro Volpe? “Gennaro Volpe è stato un buon calciatore che avrebbe meritato qualcosa di più in carriera. Questo lo avevo già detto quando era ancora un calciatore, sperando di vederlo in Serie A cosa che però non è mai riuscito a fare. La conferma l’ho avuta in questa esperienza visto che l’ho conosciuto come uomo. Persona straordinaria sempre ottimista e positiva è riuscito a darmi dei messaggi molto forti e a insegnarmi qualcosa di importante a livello professionale e umano anche se faccio un lavoro diverso dal suo e anche per questo abbiamo una vita diversa. Non si deve mollare mai”. Cosa ti ha colpito di più del suo racconto? “Il bene che gli vuole la gente. Ho intervistato quasi 50 persone tra calciatori, allenatori, dirigenti e tifosi che hanno avuto a che fare con lui e tutti mi hanno fatto trasparire il bene che gli vogliono. Dire che si vuole bene a una persona di cui si chiede un parere in un’intervista è cosa quasi scontata, ma dalle parole di chi ho sentito ho capito il grandissimo amore che questo ragazzo ha messo nel suo lavoro, riuscendo a dare tanto a chi ha avuto l’onore di conoscerlo”. Puoi raccontarci qualcosa di divertente? “Io e Gennaro abbiamo una cosa in comune, siamo due giullari. Io come lui amiamo fare degli scherzi e lungo il racconto che mi ha fatto della sua vita Genna mi ha mostrato il suo lato ironico raccontandomi tantissimi scherzi fatti ai suoi compagni di squadra che sono ovviamente tutti contenuti all’interno del libro”. Che tipo di giocatore era Gennaro? “Uno che buttava il cuore sempre davanti all’ostacolo. Pensate che è tornato in campo a pochissimi giorni da un intervento in cui rischiava di rimanere cieco per una tacchettata nell’occhio mentre si allenava. Un pazzo furioso, ma un pazzo di quelli buoni che mettono sempre il gruppo davanti agli altri e che ha dimostrato di avere voglia e determinazione per raggiungere anche i risultati che forse madre natura non gli consentiva di raggiungere”. Con queste parole e la piccola intervista a Matteo Fantozzi, autore del libro, il 24 gennaio scorso la redazione di SerieANews ci presenta la biografia “Gennaro Volpe. Sudore e cuore“. Leggila direttamente sul loro sito cliccando qui. Per acquistare il libro clicca qui.

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Antonio D’Errico ai microfoni di Radio Lattemiele su “Il virus delle verità”

Il 15 febbraio 2021 Antonio G. D’Errico è stato intervistato a Radio Lattemiele Potenza da Gherarda Cerone a proposito del suo attualissimo libro, “Il virus delle verità“. “Il virus delle verità” è un volume che si discosta dalle moltissime pubblicazioni opportunistiche uscite ultimamente sul tema, sfruttando l’onda mediatica. Infatti, già dal titolo si può riconoscere la volontà dell’autore dietro al libro: quella di indagare le molteplici verità del Covid-19. Tra la selva di informazioni contrastanti che abbiamo ricevuto tanto dai media quanto dalla comunità scientifica il saggio cerca di trovare una spiegazione coerente. Per realizzare questo intento D’Errico nella scrittura del testo ha interpellato i più importanti esperti che si sono trovati al centro della crisi sanitaria: Luciano Gattinoni, Fabrizio Ernesto Pregliasco, il dottor Gianluigi Spata e il professor Paolo Antonio Ascierto. L’autore però non si ferma qui: ci sono anche le parole del Cobas della Sanità della Lombardia e ancora di quegli avvocati, politici e dirigenti che hanno fatto quadrato intorno all’ex sindaco di Civitanova, Ivo Costamagna. Ascolta l’intervista condotta su Radio Lattemiele Potenza nel podcast pubblicato sulla loro pagina Facebook ufficiale cliccando qui!

Via dei cipressi numero 22, Antonio Soriano - cover front
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“Via dei cipressi numero 22” sul blog Amanti dei libri

Nel thriller noir “Via dei cipressi numero 22” di Antonio Soriano (Santelli 2020), Domenico e Alessandro si conoscono in una birreria e nasce così un’amicizia fatta di complicità e grande intesa. Diverse variabili fortuite intervengono a sconvolgere la scena, portando ad emergere la vera natura di tutti: dietro ogni becero comportamento si nascondono gli angoli più reconditi di ogni individuo. Cosa vuol dire davvero essere una brava persona? Trama di Via dei cipressi numero 22 Sono accomunati dall’avere un matrimonio infelice per via dei tradimenti continui delle rispettive mogli. La moglie di Domenico ha anche un omicidio da nascondere, sconvolgendo la vita dell’uomo e portandolo a odiarla. I due amici decidono quindi di studiare l’omicidio perfetto… ciascuno dei due dovrà uccidere la moglie dell’altro. Sarà davvero possibile? Il piano sembra procedere alla grande, ma l’ispettore Canale, legato da un’indissolubile amicizia con la moglie di Alessandro, fiuta l’inganno e si mette in mezzo. Come potrà risolvere un alibi di ferro? Mentre Alessandro sente il fiato sul collo, nascono, tornano e si consumano amori insoliti e angoscianti. Recensione Iniziamo con un’analisi dei protagonisti di “Via dei cipressi numero 22”• Domenico: protagonista chiave del romanzo, maschio mediterraneo. Un ragazzo nato da un amore intenso da parte dei genitori. È figlio unico voluto e cercato che corona il sogno di una mamma ritenuta sterile e di un papà tradizionalista che rifiuta adozioni o forme alternative perché il figlio deve essere tutto suo con la donna divenuta la sua perfetta metà che lo fece gridare di gioia quando la salvò in mare luogo simbolo delle acque che generano vita. Una famiglia piccola e benestante, con un negozio di prodotti dolciari.• Alessandro: è la seconda figura centrale del romanzo che Domenico incontra per caso all’interno di una birreria dove due belle ragazze (studentesse) lavorano part-time per pagarsi l’università. All’inizio per Domenico appare come l’amico ideale! L’opera è impregnata di riferimenti medico-comunicativi che danno al romanzo informazioni sull’autore. Un medico per l’appunto: malore per calo di zuccheri, naso piegato verso destra segno evidente che si era fratturato, sindrome della morte improvvisa, chirurgia plastica, la metto in contatto con l’anatomopatologo e così via.• Setting places: Roma, anche se il romanzo si snoda per microcosmi che si legano alla struttura complessa delle 186 pagine. Una birreria, zona Eur, stazione di Polizia, luoghi interni della città. A Roma esiste realmente via dei Cipressi 22: è vicino Campo dei Fiori, intorno al quale vi sono diverse osterie.• Technique: la conduzione narrativa è ritmica con momenti di tensione e toni bassi, armonie e delusioni. Chiaroscuri nell’azione in cui lo stream of consciousness di joycesiana memoria determinano l’azione dei protagonisti. In più abbiamo una copertina da “Wuthering heights”.• Influenze letterarie: la letteratura del 900, il racconto psicologico da Stevenson in poi. Analisi Cosa hanno in comune questi due giovani?Sono entrambi sposati: con Sara il primo e Marta il secondo. Una poco di buono la prima che rivendica una vita fatta di sesso, che odia gli uomini per la bruta storia vissuta tra le mura domestiche a causa del padre (sembra tratto dal film “Io non ho paura” di Gabriele Salvatores, tratto dal libro di Niccolò Ammaniti); una depressa la seconda che vive di tranquillanti e non gode di una vera e propria felicità familiare per colpa di un uomo pieno di sé.Cosa vogliono questi due giovani?Entrambi vogliono sbarazzarsi delle loro donne, ma non con un divorzio in quanto potrebbero comunque incontrarle, o abbandonarle in cui subentrerebbero pregiudizi meridionali. Ma uccidendole. Entrambi “devono” uccidere la moglie dell’altro. E qui inizia tutto il trial narrativo di Antonio Soriano!In apparenza sono due brave persone, solo con la sfortuna – probabilmente – di avere sposato la donna sbagliata.Ma come possono due “brave” persone progettare un omicidio anzi due? Qui è fondamentale soffermarsi e interrogarsi sul confine tra “normalità” e la “devianza”, tra la sanità mentale e la commissione di un crimine afferrato. Conclusioni Per entrare nella ragnatale dei fatti ecco il primo punto di osservazione che esce fuori dal romanzo prendendo in prestito Durkheim: a. Criminali si nasce o si diventa ?b. Il criminale è una persona che soffre di disturbi mentali?c. Quale significato ha un delitto per chi lo commette? E per chi lo subisce? Da questi pochi interrogativi si comprende subito che siamo difronte ad una lettura che ha più chiavi interpretative: il sociale, lo psicologico, lo psichiatrico, il criminogeno. Una induzione riflessiva che ripropone una lettura pirandelliana in cui la diversità dell’uomo e identità multipla “uno nessuno centomila”. Come è possibile classificare il romanzo di Antonio Soriano? 1. Un thriller?2. Un poliziesco?3. Un semplice romanzo giallo?4. Storia di femminicidio?5. Romanzo criminologico? In realtà giunti alla fine della lettura ci si accorge che questo lavoro è tutto questo e di più. Si innestano infatti rapporti genitori figli, rapporti tra “vecchie” e nuove famiglie, pregiudizi paesani e opportunità cittadine. Prof. Giuseppe Cinquegrana Visita il blog Amanti dei libri. Per leggere la recensione direttamente sul loro sito clicca qui. Per acquistare il libro clicca qui.

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“Radici lucane, il secondo romanzo di Patrizia Bianco” su Basilicata24

La storia ripercorre il viaggio della giovane Teodora in Lucania e le vicende di una famiglia patriarcale nell’arco di tre generazioni a partire dagli anni ’30. È un ritorno “necessario” per svelare il mistero che avvolge l’infanzia dell’anziana madre nel tentativo di contrapporlo all’oblio verso cui la malattia la sta trascinando. Alla distanza nello spazio si sovrappone un salto temporale e il viaggio si fa “esperienza”. È così che il lettore ripercorre attraverso i ricordi la quotidianità degli anni della guerra e la difficile ripartenza. Alle soglie degli anni ’60 la famiglia si affaccia impreparata, la civiltà contadina ha le ore contate. La calamita del boom industriale porta a compimento l’epocale esodo di massa e più niente sarà com’era. L’intreccio narrativo capta l’attenzione del lettore sulla vitalità dei personaggi e lascia sullo sfondo l’immobilità dell’ambiente rupestre selvaggio e inospitale. La città di Matera immersa nella sua storia è l’immagine speculare del suo passato remoto, sempre uguale a se stessa, indifferente al trascorrere del tempo. Rivivono in tale contesto gli elementi con i quali la civiltà contadina è stata da sempre descritta e sui quali la stessa questione meridionale è stata codificata. Eppure nella narrazione non c’è traccia dell’assiomatico rapporto fra l’ineluttabilità del destino degli uomini e quello della loro terra. Lo sfondo cristallizzato delle vicende resta una struggente quinta teatrale su cui ciascun personaggio vive la propria vicenda. Il libero arbitrio resta anche in questa terra universale e insopprimibile protagonista della natura umana rafforzato a tratti da un atavico spirito ribelle. Lottare non è una scelta è un imperativo, unico antidoto contro le avversità. Scardinare l’ordine sociale, gli equilibri familiari, la quotidianità è la via obbligata per seguire, nel bene e nel male, le aspirazioni di ciascuno, la sola via possibile per l’affermazione della propria identità. È di certo l’amore declinato in molteplici forme che tiene le fila di questa storia: l’amore che va oltre i legami di sangue, l’amore fraterno distrutto dall’odio e poi ricostruito, quello che sfida gli anni e si fa cura, l’amore che affranca discriminazione e malattia. I personaggi, con la loro personalità complessa e reattiva mettono in luce sofferenza e riscatto, amore e rimorso, sacrificio e fierezza. Si muovono in un tessuto sociale palpitante in cui le donne, i vicini, gli amici mostrano una sfaccettatura dell’animo umano componendo, nel loro insieme, un affresco corale e struggente testimonianza dell’eutanasia di una civiltà che ha le ore contate e che, nell’arco di poche generazioni, finirà per scomparire. Qui sopra alcuni stralci dell’articolo dedicato il primo dicembre 2020 al romanzo di Patrizia Bianco, “Radici Lucane“, dalla redazione di Basilicata24. Per leggere l’articolo completo visita il sito ufficiale cliccando qui! Per acquistare il libro clicca qui.

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Maria Sole recensisce “Cesare. L’uomo che cambiò Roma”

VOTO: 74 avanti Cristo, un giovane rampollo della famosa Gens Iulia diventa ostaggio di alcuni pirati nel suo viaggio verso Rodi. Da lì parte la più famosa scalata sociale mai avvenuta: seguendo le gesta di Caio Giulio Cesare e ripercorrendo la sia vicenda umana, politica e militare fino alla sua tragica fine, potremo assistere alla storia di un uomo che ha lasciato una traccia indelebile nella storia del mondo occidentale Iniziando la lettura di questo romanzo la primissima cosa di cui ci si rende conto è che la storia è raccontata in prima persona. Una scelta, a mio parere azzeccatissima perché il lettore è completamente immedesimato nelle vicende che riguardano appunto Giulio Cesare In verità nella mia vita ho letto moltissimi romanzi storici ma nessuno che fosse scritto in questo modo. Giulio Cesare difatti ci racconta non solo le sue gesta, ma mette a nudo sé stesso con i suoi pregi e difetti Una lettura questa non solo lineare e scorrevole ma fortemente coinvolgente anche per i non amanti del genere, a mio parere. Vi ritroverete a bocca aperta scoprendo ciò che quest’uomo ha vissuto, ha costruito e ha pensato durante il suo percorso di vita, tra strategie militari, alleanze, diatribe e tradimenti. Un romanzo che vi suggerisco di leggere, fidatevi non ne rimarrete delusi. Ecco la recensione di Maria Sole sul libro di Antonio De Cristofaro “Cesare. l’uomo che cambiò Roma“. Leggi direttamente la recensione sulla sua pagina Facebook cliccando qui! Ricordiamo che il romanzo è in concorso alla XV edizione di incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo, 2021. Sullo stesso argomento puoi visitare il nostro articolo La bookblogger Maria Sole intervista De Cristofaro sul suo libro “Cesare”. Per acquistare il libro clicca qui.

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