Ecco di seguito la recensione che Sahira dedica al libro di Andrea Cangiotti e Cristina Franceschini il 15 febbraio di quest’anno, su La bottega dei libri. “[questo libro, ndr] è uno dei primi casi a tutto tondo della materia. Un saggio utile per esperti e per genitori comuni, soprattutto per quanti stanno cercando aiuto… Leggete, e… spero che anche in voi entri la voglia di cambiare il sistema dei servizi sociali e la giustizia minorile. Perché soltanto una forte campagna d’opinione potrà riuscire a farlo.” Dott. Maurizio Tortella, Prefazione Avete idea di come funzioni il sistema affidi italiano? Io devo ammettere che ero all’oscuro di molte delle cose che ho letto. Vedere un bambino costretto a lasciare la famiglia d’origine perché non in grado di assicurargli la serenità e l’amore di cui ogni bimbo ha diritto, è di per se distruttivo. Ma sapere anche che ci sono dei minori che vengono sottratti ai genitori senza che esistano ragioni concrete che ne giustifichino lo strappo, è a dir poco terribile. Nella Prefazione, a cura di Maurizio Tortorella, vengono subito messe in evidenza le pesanti pecche da imputare alla macchina del sistema degli affidi, qui in Italia. Lo scrittore è molto coinvolto nel problema, lo si evince dall’enfasi con cui ne parla. Riesce a trasmettere la sua voglia di combattere, la rabbia verso un sistema che dovrebbe proteggere i più fragili e che invece molte volte se ne approfitta. L’ho fatta mia quella rabbia man mano che proseguivo nella lettura; rabbia affiancata da un senso di impotenza e di paura, perché non è poi così impossibile trovarsi nei panni di quelle famiglie stroncate da fraintendimenti. “Può accadere che, un giorno, un Assistente Sociale suoni alla porta di casa, o più probabilmente che si presenti a scuola con un agente o un carabiniere, e che si porti via un figlio, o una figlia, anche se non c’è alcun vero motivo” Le autrici di questo libro sono la scrittrice Andrea Cangiotti e l’avvocato Cristina Franceschini; nella stesura del testo si sono avvalse anche del contributo del dottor Paolo Cioni, un importante psichiatra, che ha messo a servizio di quest’opera le sue competenze per “render giustizia a tutti quei bambini lesi nei loro diritti”. Avevo già avuto modo di confrontarmi con la scrittura profonda di Andrea Cangiotti, quindi non mi ha stupito che abbia voluto occuparsi di un tema così delicato e forte allo stesso tempo. Mi è piaciuto molto l’aneddoto con cui ha introdotto il suo lavoro. Raccontando di un suo viaggio in treno, sottolinea l’importanza della figura materna nella crescita del bambino. Prende come esempio due mamme straniere, una spagnola e l’altra africana, con cui ha condiviso questo viaggio sulle rotaie. Mette in evidenza la loro semplicità, la loro mancanza di pregiudizi e, soprattutto, la grande lezione di rispetto e amore che riescono a impartire ai propri figli. Queste due donne non si conoscono; si ritrovano, per caso, nello stesso vagone. I loro bimbi vogliono giocare insieme. I bambini, si sa, vivono nel loro mondo magico dove tutto è spontaneità. Per loro è naturale interagire. Ma per gli adulti no. Loro sono troppo impegnati a difendere il proprio spazio mentale e fisico, troppo intenti a erigere barriere o a stare in equilibrio su fili troppo sottili per guardare altrove. Ma non le due mamme in questione; pensando solo al bene dei loro figli vedono nel loro compagnetto di giochi un’altra creatura da amare. “E così vidi due bambini, diversi ma uguali, fraternizzare su quel treno anonimo… Ringraziai con un sorriso le due Madri per la lezione che mi avevano impartito. Quello era il vero potere della donna: creare amore sulle note dell’innocenza” L’avvocato Cristina Franceschini da molti anni ormai si occupa di casi di bambini allontanati dalle famiglie d’origine, anche quando magari una misura così estrema poteva essere evitata. Nel 2014, a Verona, fonda l’associazione Finalmente Liberi Onlus, proprio per battersi contro i metodi sbagliati della giustizia minorile. Vorrei che tutti i bambini senza voce potessero sentirsi supportati e tutelati e fossero in grado di riconquistare la loro libertà di espressione vivendo appieno tutte le belle emozioni che la vita può donare. Ha dovuto affrontare, nel corso della sua carriera, situazioni che l’hanno coinvolta non solo in ambito lavorativo. Quei genitori straziati dal dolore da lei hanno ricevuto non solo un sostegno come avvocato, ma soprattutto la sua vicinanza morale. La sua battaglia in favore della famiglia, oggi è più che mai impegnativa, ma lei non demorde: sono troppi i minori che hanno bisogno del suo aiuto. Per farci capire meglio i drammi di queste famiglie, nel libro vengono introdotte alcune storie che prendono spunti da fatti realmente accaduti. Viene calcata la mano sull’importante compito degli assistenti sociali e messo in evidenza come, a volte, siano interessi diversi da quelli del minore quelli di cui si occupano. Viene fatto riferimento allo scandalo di Bibbiano, al conflitto d’interesse che può nascere quando alcune figure professionali, come giudici onorari, avvocati, psicologi ecc., gestiscono le comunità terapeutiche dove il bambino viene tenuto. Vengono analizzate tutte le procedure seguite per verificare la salute psichica del minore, le accuse rivolte ai genitori che spesso si spingono anche oltre il limite del concepibile. Alcune volte ho letto che si mette pure in dubbio il fatto che il padre e la madre del bambino preso in custodia siano quelli veri. Si arriva al test del DNA per dimostrare il legame biologico tra genitori e figli. E a questo proposito mi ha molto colpito il concetto di chimera che avevo già sentito menzionare ma non avevo mai approfondito. Voi sapete cosa s’intende per chimerismo? “Nella razza umana con il termine chimera si vuol fare riferimento ad un soggetto che ha dentro di sé un doppio DNA: il suo, e quello del gemello mai nato”. La prossima volta che vedrete una persona con, per esempio, gli occhi di colore diverso, capirete il perché. Ci sarebbero ancora tante cose da dire su quest’argomento, ma preferisco che le leggiate di persona per poter giungere alle vostre conclusioni personali. Avrete