Paolo si racconta. Leggero, per sommi capi, introduce sé stesso: l’infanzia a Venezia, gli studi a Pavia, l’incontro con il professor Sacco, la cattedra a Trieste, i suoi libri, le sue battaglie, le sue passioni, la sua curiosità, le sue “invenzioni” giuridiche.
Sabrina Peron, di Altalex, scrive: «Si dice che ognuno di noi sia un’isola. Paolo Cendon è un mondo, da scoprire leggendo le pagine di questo libro a lui dedicato».
Sabrina Peron – Altalex
Paolo viene raccontato (brevemente anche da chi scrive questa recensione). E così impariamo a conoscerlo nelle sue molteplici sfaccettature: professore, giurista, prolifico autore di saggi (I diritti delle persone deboli, Introduzione al Trattato breve dei nuovi danni, Voci del verbo fare, I diritti dei più fragili. Rifiorire, solo per citarne alcuni) e scrittore di romanzi (L’Orco in canonica, ispirato a una storia vera sfociata in un caso giudiziario, e Storia di Ina). Ma, soprattutto. rivoluzionario copernicano del diritto che ha saputo scardinare il vecchio impianto giuridico, facendo “danzare gli ingranaggi” (parole sue, le ritroverete nel libro) per porvi al centro la persona umana, con il suo portato irto di bisogni spiccioli e di quotidianità, faticosa e poco brillante.
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