Mario Caligiuri, docente presso l’Università della Calabria, ha presentato il nuovo libro “L’intelligence nell’anno del covid. Uno sguardo sulle ombre della disinformazione” edito da Santelli. “E se la diffusione del Covid-19 fosse considerata come un colossale fallimento dell’intelligence globale?“. Questa è la domanda, presente nella prefazione, che fa da cornice al testo. Infatti, quello dell’intelligence è considerato dall’autore il campo principale dal quale partire per analizzare lo strano periodo in cui ci troviamo. Partendo dalla consapevolezza che gli effetti si vedranno solamente in nel lungo periodo, l’autore propone un campo di analisi innovativo.
Il mondo segnato dalla pandemia da covid-19 è infatti al centro del dibattito pubblico da ormai più di un anno. L’intelligence può segnare allora, in questo contesto, una traccia non convenzionale ma decisiva. Com’è sottolineato nel testo, per uscire da questa situazione bisognerà affidarsi a forti istituzioni democratiche che sappiano comprendere l’importanza dell’intelligence. L’obiettivo, evidenziato nel volume, sarà quello di non superare l’equilibrio stabilito tra i detentori della ricchezza e le fasce di popolazione più disagiate. Si spera quindi che quest’anno, pieno di commemorazioni, tra le quali i dieci anni dalla scomparsa di Francesco Cossiga, mentore di Caligiuri, o i quarant’anni dalla strage di Bologna, possa far scaturire qualche pensiero riguardo alla classe politica dirigente odierna. Il ruolo dell’intelligence è necessario, quindi, a guardare all’attualità con occhi diversi, ma soprattutto con maggiore lucidità.
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