Sara Anzanello, pallavolista. Sono trascorsi due anni da quando un linfoma l’ha strappata alla vita, alla famiglia, allo sport italiano. Un vuoto per molti incolmabile. Di lei si ricordano i successi sportivi, certo, ma soprattutto la grande voglia di vivere che non l’ha mai abbandonata neanche nei momenti più difficili. Non ha mai smesso di sorridere alla vita, Sara Anzanello. Anche quando la vita le ha voltato le spalle. Oggi, un libro la vuole ricordare così, tra successi sportivi e momenti di vita quotidiana. La sua storia è raccolta in “Chiamatemi ancora Anza”, pubblicato recentemente da Santelli Editore. Di seguito, le testimonianze di chi l’ha conosciuta.
Chiamatemi ancora Anza, la storia di Sara Anzanello
Non è un libro, è un racconto di tante cose – afferma Maurizio Colantoni, supervisore per Santelli Editore della collana “Storie d’oro” – O forse non è neanche un racconto, è più semplicemente una storia di vita. Fatta di momenti esaltanti, a volte anche divertenti. Ma anche di momenti bui, di lotta, in campo e fuori dal campo, contro le situazioni che la vita ci propone ogni giorno” Sara Anzanello, nel libro, ha ricostruito la sua storia. E riscoperto se stessa. “Sara ha scavato dentro di sé, si è ritrovata in tutto quello che ha fatto. E si è raccontata, passo dopo passo. Il suo è un messaggio alla vita, un incitamento a essere forti e tirare fuori tutto quello che si ha ha dentro. Sempre”
Immagini ed emozioni per lasciare una testimonianza
“Sara ha lasciato una testimonianza di sé e della sua esperienza – spiega l’editor Alessio Callegari – Un libro, come lei stessa scrive, serve a creare nella fantasia del lettore le immagini, le emozioni, gli odori della storia. Lo ha fatto alla sua maniera, genuina. Si è affidata alle emozioni invece che alla razionalità, al cuore invece che alla mente” Ma non per questo Sara Anzanello non sapeva quale fosse l’obiettivo al quale voleva arrivare, per lei la pallavolo era tutto. “Doveva porsi un obiettivo che potesse essere influenzato solo da lei – prosegue Alessio Callegari – E in campo, tra le compagne, con i tifosi sugli spalti, Sara Anzanello ritrovava quella magia che cercava in ogni momento della vita di ogni giorno, dalla scrittura alla pittura”
Non scappare quando le cose sono più grandi di noi
“Chiamatemi ancora Anza” non è però la classica biografia quanto una raccolta selezionata delle frasi contenute nei suoi tanti diari. Un messaggio a non scappare di fronte alle cose quando le cose sono più grandi di noi. “Ne esce fuori una narrazione autobiografica di Sara, senza falsa retorica – commenta Andrea Zorzi, autore della prefazione del libro – Viene fuori la sua carriera, le sue vittorie e le sue sconfitte, le sue amiche e le sue nemiche. Niente colpi di scena, niente scappatoie, nessun eroe che la salva. Non c’è un lieto fine, il vissero tutti felici e contenti non fa parte di questa storia“
La vita è colma di occasioni, dipende da noi saperle afferrare
’ piuttosto il ritratto – continua Andrea Zorzi – di una persona di fronte a qualcosa più grande di lei. Con la consapevolezza che quando hai a che fare con le emozioni non si deve pensare, si deve reagire. La paura è un sentimento che uno sportivo non può permettersi di provare” Avere una mente di atleta in un corpo da paziente, come la stessa Sara Anzanello scrive. “Il messaggio del libro – sottolinea Alessio Callegari – è proprio qui, nel coraggio di affrontare le cose anche quando sai che le cose non avranno un lieto fine. Senza piangersi addosso” Credere nelle proprie capacità e nei propri sogni, con perseveranza, senza mai mollare. “Sara – conclude Alessio Callegari – era convinta che la vita è colma di occasioni, dipende da noi avere l’intelligenza di saperle afferrare”
Il 28 febbraio 2013 Sara Anzanello scende in campo per l’ultima volta. Ma il suo messaggio è per sempre.
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